Crisi dei missili di Cipro | |||
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Data | Inizio 1997 - Fine 1998 | ||
Luogo | Cipro | ||
Causa | Installazione da parte di Cipro di missili S-300 di fabbricazione russa, e conseguente minaccia di conflitto della Turchia | ||
Esito | Crisi risolta con la rinuncia cipriota allo schieramento dei missili sull’isola; accordo cipriota con la Grecia, per l'invio dei missili russi a Creta | ||
Schieramenti | |||
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Voci di crisi presenti su Wikipedia | |||
La crisi dei missili di Cipro[1][2] è stata una situazione di tensione politica e di rapida escalation tra la Repubblica di Cipro e la Repubblica di Turchia tra l'inizio del 1997 e la fine del 1998. Lo scontro è stato innescato dai piani ciprioti di installare due siti missilistici di difesa aerea S-300 di fabbricazione russa sul suo territorio, inducendo la Turchia a minacciare un attacco o addirittura una guerra totale se i missili non fossero stati restituiti alla Russia. L'accordo sui missili con la Russia ha rappresentato il primo serio tentativo del governo di Cipro di costruire un sistema di difesa aerea credibile dopo tutti gli anni di superiorità aerea turca.[3] La crisi si è conclusa in modo effettivo nel dicembre 1998 con la decisione del governo greco-cipriota di trasferire gli S-300 a favore dell'Aeronautica ellenica in cambio di armi alternative dalla Grecia. La crisi ha anche portato al crollo del governo di coalizione di Cipro.[4] L'aeronautica ellenica ha installato il sistema sull'isola di Creta e al 2021 gli S-300 operano ancora in loco.
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